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IL GIARDINO DI NINFA, UNA FIABA PONTINA
Ninfa è un giardino all’inglese, sito a Cisterna di Latina, nell’area dell’antica città medievale, di cui oggi rimangono solo i ruderi. È stato eletto come Monumento Naturale dalla Regione Lazio e giardino più bello e romantico del mondo dal New York Times. Impossibile restare indifferenti di fronte ad uno spettacolo di colori, odori e giochi di luce che fa di Ninfa uno dei fiori all’occhiello del territorio pontino.
Il Giardino di centosei ettari si snoda tra laghetti e ruscelli, con fiori colorati e piante tropicali uniche al mondo. All’interno si posso ammirare circa 1300 specie di piante tra cui rose, ciliegi, betulle, pini, noccioli, magnolie decidue, aceri giapponesi, iris acquatici e bambù provenienti dalla Cina. Il nome Ninfa prende origine da un tempietto di epoca romana dedicato alle divinità delle acque sorgive, le Ninfe Naiadi, costruito in un isolotto del lago di Ninfa che è anche il nome del fiume che attraversa il giardino arrivando a sfociare tra Terracina ed il Circeo. In queste acque vive la Trota macrostigma, chiamata anche trota di Ninfa.
I primi abitanti di Ninfa arrivarono nell’VIII secolo quando l’imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questa zona fertile come ringraziamento per aver contrastato l’avanzata dei Longobardi intercedendo presso il loro re. A Ninfa si susseguirono diverse famiglie tra cui i Frangipane e i Colonna e diversi papi tra cui Alessandro III e Bonifacio VIII, fino ad arrivare al XIV secolo quando ,sotto Pietro Caetani, Ninfa conobbe il periodo di massimo splendore. C’erano a Ninfa oltre cinquecento case, circa quattordici chiese, strade, ponti, un municipio, due ospedali, un castello. Il castello si trova vicino il lago e fuori dalle mura che difendevano la città lunghe 1400 metri. Costruito a partire dal XII secolo, all’inizio era una torre con un recinto in muratura alla base. Fu poi ampliato nel 1308 da Pietro Caetani diventando una struttura a pianta quadrata, protetta da una cinta muraria con merlature. La torre, a pianta quadrata, alta 32 metri, presenta delle feritoie e, nei pressi, vi era una casa signorile con delle finestre bifore che davano sulla città. Tra le chiese, la più importante è quella di Santa Maria Maggiore, a tre navate, mentre nei pressi di Ninfa sorgevano due monasteri.
Questo periodo fiorente per la cittadina terminò nel 1381 quando venne saccheggiata e distrutta mentre la torre venne usata per diversi anni come prigione prima di essere abbandonata definitivamente. D’allora non venne più ricostruita e gli abitanti furono costretti a fuggire a causa della malaria e dell’avanzamento della palude. Dopo vari tentativi, nel 1921 Gelasio Caetani iniziò a bonificare e restaurare Ninfa per farne una residenza estiva; nel frattempo, sotto la guida della madre, iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai viaggi all’estero e che ben si adattavano al clima umido. Il giardino fu poi ampliato da Roffredo Caetani, sua moglie Marguerite Chapin e sua figlia Leila, le quali diedero al giardino una struttura all’inglese. Nel ‘900 visitarono Ninfa diverse personalità come il poeta D’annunzio e, nel periodo di bonifica di Ninfa e di tutta la pianura pontina, Benito Mussolini. Dal 1978 è stata istituita un’Oasi del WWF a sostegno della flora e della fauna del luogo.
Ninfa è una scoperta meravigliosa ogni volta che la si visita anche per chi, come me, ha la fortuna di viverla da vicino. A Ninfa giungono ogni anno circa cinquantamila turisti. Il giardino, gestito dalla Fondazione Roffredo Caetani, è visitabile da Aprile a Novembre solo in date stabilite secondo un calendario fisso con apertura speciale durante le Giornate Fai. Tuttavia, Ninfa resta sconosciuta per il suo valore dagli italiani mentre gli stranieri sono più bravi nella scoperta di meraviglie di un’Italia che possiede la maggior parte del patrimonio artistico mondiale( tra il 50 e il 75%). Fu proprio uno straniero, lo storico e medievista tedesco Ferdinand Gregorovius, nonché scrittore, a parlare così, nel suo libro Passeggiate Romane, di Ninfa: ”Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.”
Alessio Cristini
19/10/18